Andrea Fluttero, Presidente di FISE UNICIRCULAR (Unione Imprese dell’Economia Circolare), da mesi impegnata nella battaglia per l'End of Waste, replica alle dichiarazioni della Presidente della Commissione Ambiente del Senato, la Senatrice Vilma Moronese che sul tema ha ribadito oggi la propria contrarietà a soluzioni anche provvisorie con cui si demandi alla Regione la possibilità di autorizzare gli impianti caso per caso a trasformare rifiuti in EoW, in attesa dei decreti nazionali.
“Mi rallegro del sostegno della Senatrice al modello dell’economia circolare. Voglio però ricordare che l’economia circolare va costruita partendo dalle ottime basi del riciclo italiano, sviluppatosi nell’attuale modello di economia lineare.
Anche il mondo delle imprese del riciclo vorrebbe regole End of Waste non solo nazionali, ma meglio ancora europee per evidenti motivi di concorrenza e di mercato.
Purtroppo però, la realtà dei fatti ci dice che ad oggi a livello europeo sono stati emanati solo tre regolamenti EoW, solamente due decreti a livello nazionale, mentre ne servirebbero decine e comunque resterebbe scoperta tutta l’area dell’ecoinnovazione. Dalla Sentenza del Consiglio di Stato è passato un anno e siamo praticamente allo stesso punto, a dimostrazione della complessità della materia.
Nel pacchetto di Direttive europee sull’economia circolare per l’End of Waste sono previste tutte e tre le opzioni, ossia criteri nazionali, criteri europei (ove necessari) e il sistema “caso per caso”, ossia l’EoW deciso nell’ambito delle autorizzazioni ai singoli impianti, rilasciate dagli organi competenti in base all’ordinamento dello Stato. Questi ultimi, nell’ordinamento nazionale, sono appunto le Regioni, quali competenti articolazioni territoriali dello Stato, ovviamente nel rispetto delle condizioni e dei requisiti previsti dalle Direttive Ue; e la stessa Commissione europea, su richiesta del nostro Ministero dell’Ambiente, ha non molto tempo fa confermato che sta ad ogni Stato membro decidere sulla ripartizione interna delle competenze.
Nell’attesa, quindi, di possibili linee guida statali e degli auspicati decreti End of Waste nazionali, il mondo delle imprese dell’Economia circolare chiede alla politica che davvero crede nella transizione verso questo modello economico di non far chiudere le tante imprese che in questi anni hanno garantito il raggiungimento di molteplici risultati positivi in tema di riciclo, semplicemente continuando a consentire alla Regioni di rinnovare le autorizzazioni a produrre EoW, che mano a mano vanno in scadenza, e di autorizzare impianti innovativi, che diversamente emigrerebbero all’estero, con perdite per la nostra nazione sotto ogni profilo”.